Frammenti

  1. Di ricordi e discorsi senza capo né coda.

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    Oggi ho riletto il Gaiden.

    E’ già la seconda volta questo mese, anche se la prima volta non ce l’ho fatta ad arrivare fino al quarto volumetto.
    Questo è effettivamente un periodo di riscoperta di vecchie cose. Il mese scorso c’è stato il rewatch de Il Signore degli Anelli e mi sono ricomprata sia Il Silmarillion che la raccolta di Earthsea.

    E’ strano e allo stesso tempo bello ritrovare queste cose. Sono opere che, in un modo o nell’altro, mi hanno formata e mi sono rimaste dentro, anche se in modi diversi. Non è un caso che siano le uniche in grado di farmi piangere con una singola scena a distanza di anni. Sono una persona che si commuove facilmente per le cose finzionali, è vero, ma piangere per davvero è raro; mi succede con la scena dell’addio ai Porti Grigi nel Signore degli Anelli e mi succede con il finale del Gaiden, generalmente all’abbraccio di Kanzeon a Goku. Probabilmente ci sono altre cose in grado di farmi piangere, ma al momento non mi vengono in mente. Per ora ho riscoperto queste.
    Sono cambiata tantissimo, soprattutto negli ultimi anni. Ho superato cose e ho avuto un’evoluzione di cui sono, se non fiera, almeno soddisfatta. E sono curiosa di scoprire cosa potrà portarmi questa riscoperta del “vecchio”: l’ultima volta che era successo era capitato con Saint Seiya e si può dire che quella riscoperta è stata fondamentale per la persona che sono ora.

    E’ curioso vedere anche come è cambiato il mio modo di approcciare questi lavori: la prima volta che li ho letti ero piccola, non mi interessava trovare i simbolismi, i significati dietro alle frasi e tutte queste belle cose. Non cercavo neanche una riflessione, ad essere sincera. Eppure mi sono arrivate comunque. La me diciassettenne ha passato più di un pomeriggio ad interrogarsi sull’esatto significato dell’espressione “non avere nulla”. E ha poi continuato anche anni dopo, senza mai giungere ad una risposta univoca, perché il modo di vedere le cose si è evoluto con lei. E’ curioso e bello vedere, a distanza di anni, la profondità che avevo colto inconsciamente allora. E ricercarla invece attivamente.
    E’ disturbante e sconcertante notare dei pattern dentro di sé.

    La cosa più bella, comunque, è il fare questo percorso in compagnia. Non sono da sola in questo viaggio sulla strada dei ricordi, ed è meraviglioso. Ci sono cose che fanno male, ma so che mi basta girarmi per trovare qualcuno che capisce e condivide.
    Sono felice in un modo che faccio fatica ad esprimere. Della mia casa e della mia bellissima Jeep. E, con tutta la negatività provata ultimamente, mi sembrava bello urlarlo al mondo.
    Last Post by Kia1 il 14 Mar. 2014
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